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Dec, 2020

… perché la vita non si ferma – di Francesca Bomben

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Conoscere il dolore guardandolo dinanzi è impresa assai ardua.

Ci si accosta ciascuno a suo modo.

A seconda delle circostanze, degli eventi, di chi abbiamo con noi, dei nostri stati d’animo. Ascoltando lo stomaco, il dolore dell’altro pare esperienza da temere, fuggire o evadere ma, se ci si lascia sintonizzare, in essa desideriamo trovare uno spazio. E l’imperativo diventa custodire, tentare di alleviare, aprire una via, costruire qualcosa di “altro” …

Nel mio percorso di vita, tra istruzione, formazione, riflessione e attività sul campo, ho personalmente visto e imparato che nel dolore c’è sempre un modo, un tempo e uno spazio in cui tessere trame di bene, di pace, di crescita fruttuosa. La vita non si ferma, nemmeno quando è provocata dalla morte.

La professione che ho scelto mi concede un posto in prima fila difronte a questo miracolo!

In punta di piedi, accanto a ragazzi malati di tumore e ai loro genitori instancabili, in ascolto di chi ha perduto qualcuno di importante o di qualcuno che vuole offrire nuove occasioni a piccole vite frastornate. Questi miei scenari sono l’Area Giovani del CRO di Aviano, le associazioni “Quelle dei bigliettini gialli” e “Pier pura energia d’amore”, e il nostro gruppo di famiglie affidatarie de “L’Arcobaleno”. C’è un’intersezione delicata, sottile e profonda allo stesso tempo, che assume i caratteri della fatica, della precarietà e della necessità di rivisitare il vivere concreto, al momento minacciato o trafitto.

La mia quotidianità di reparto, in Area Giovani, è fatta di pazienti impazienti di crescere. La malattia rompe routine, prossimità relazionali, orizzonti prospettici. Ci sono sintomi fisici, sacrifici, ospedalizzazioni, effetti collaterali e cambiamenti estetici. Proprio da adolescenti, quando la vita dovrebbe lanciare autonomia e progettualità futura, questi ragazzi scivolano “indietro”, dove la mamma non li perde d’occhio un attimo, i protocolli di cura impongono regole ferree, lo svago e le passioni sono decimate, e i diritti assumono rocambolesche trasformazioni. È il dolore di chi si sente invincibile ma ascolta, annusa e tocca attorno a sé incertezza, costretto a comprendere l’irreversibile, spesso addirittura il fatale. Qui mi avvicino consapevole della sacralità di quel terreno, che chiede “perché?” a volte gridando e a volte silenziando tutto. Posso offrire un “come”, stratagemmi per fronteggiare, resistere, esistere, congedarsi… trasformare la fatica in slancio creativo, il dolore in sguardo verso l’altro, la limitazione in risorsa, lo stop in occasione di Vita, costruzione di senso. I ragazzi prendono quel timido gancio e da lì sollevano il mondo proprio ed altrui!

E anche quando una giovane amata luce si spegne ai nostri occhi, accompagnare rispettando ci permette di riconfigurare persino il vuoto. Così come accade nelle due associazioni sopra citate. Da un lato, donne che mostrano a chi soffre che dal buio si può uscire scegliendo di donare pensieri positivi, spazi di condivisione, testimonianze scritte che parlano di rinascita. Dall’altro, un gruppo edificato attorno ad una piccola vita trasformata, da cui oggi nascono i sorrisi di tanti altri piccoli guerrieri di corsia.

E poi ci sono le famiglie affidatarie. Genitori straordinariamente ordinari che hanno offerto il loro focolare domestico ad un bambino “affaticato”, libere da possesso e pretesa, con il solo obiettivo di far fiorire il deserto. Qui cerchiamo. Tra noi, con me, insieme, vie e possibilità. Condividiamo e sosteniamo. Mettiamo in comune, e proviamo nuovi modi per “stare” …

Che meraviglia, queste possibilità. Per me e per noi. Con gratitudine, prendo in prestito le parole di Fabrizio De André, e ammetto: “nella pietà che non cede al rancore, Madre, ho imparato l’amore”.

Francesca Bomben, Psicologa Psicoterapeuta e Mediatrice. Supervisore delle famiglie affidatarie a L’Arcobaleno, guida e offre loro supporto durante gli incontri periodici “Famiglie a confronto”. Si occupa da anni di supporto psicologico in Oncologia, in particolare come contrattista presso l’Area Giovani del CRO di Aviano, a sostegno di giovani pazienti e loro famiglie. Come libero professionista, svolge differenti attività di gruppo e di consulenza psicologica per le associazioni “Quelle dei bigliettini gialli” e “Pier pura energia d’amore”, così come descritto nel testo.

Grazie per questa profonda testimonianza.

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