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Jul, 2022
Mi racconto con le immagini
Mi incuriosisce un cartellone appeso in sala arancione. Mi avvicino per guardarlo bene deducendo che sia un’opera dei più giovani.
Capisco che si tratta della rappresentazione di ognuno del proprio sé attraverso l’utilizzo di immagini ritagliate da varie fonti e incollate all’interno o attorno ad una sagoma di persona.
La cosa si fa interessante perché mi accorgo che quelle figure rappresentative del sé, ci raccontano come i ragazzi si percepiscano, come leggano il proprio io interiore e cosa di sé desiderino comunicare agli altri.
Martina ed Emanuela mi spiegano che l’elaborato corona un po’ quella che è stata l’attività educativa dell’anno, incentrata sulla scoperta e sull’esplorazione da parte dei ragazzi della loro identità.
Un lavoro condotto dagli educatori su come i ragazzi ritengono di essere e come sono visti dagli altri; sulla possibile differenza tra come ci si pensa e ciò che invece si trasmette agli altri; su come si possa modulare il proprio comportamento se si desidera “aggiustare” qualcosa o ancora sulla comunicazione assertiva per esprimere nel modo più appropriato un’opinione e per essere capiti.
Il progetto che porta al cartellone comprende vari giochi tra i quali la scelta di alcune immagini rappresentative della propria personalità, dei propri valori, di ciò che è considerato importante nella vita.
Mi perdo allora a ipotizzare i pensieri di ciascuno e i significati attribuiti alle immagini individuate che noto essere incollate soprattutto all’altezza della testa e del cuore della sagoma: nel cuore c’è un’immagine di famiglia, perché probabilmente la propria famiglia per quel ragazzo rappresenta la cosa più importante del mondo oppure può essere il desiderio a cui egli aspira per la vita. Sulla testa vedo l’immagine di un gruppo di amici e sullo sfondo il mondo con le opere rappresentative dei paesi, perché per quella persona probabilmente è importante stare con gli altri oppure perché non vede si l’ora di viaggiare o di scappare, ma non da soli. Noto la figura di una lampadina sulla testa come a rappresentare la creatività di quel ragazzo,
l’ingegno, il desiderio di inventare qualcosa o di avere un’idea rivoluzionaria. Alle mani di una sagoma ci sono i guantoni da pugile perché è così che si può sfogare la propria rabbia, c’è il pallone accanto a chi so essere appassionato di calcio.
E rimango davanti a quel cartellone ad immaginare i significati pensati dai nostri ragazzi per se stessi e per il loro futuro.
Collego tutte le immagini che appartengono a ciascuna sagoma scoprendo qualcosa di nuovo di ognuno. Cerco affettuosamente un inedito, un particolare che sicuramente prima d’ora non avevo ancora colto di quel ragazzo ma che scopro grazie a questo lavoro di ricerca e che considero preziosissimo per il valore dei nostri legami.
Brave alle nostre educatrici Emanuela e Martina!
Francesca, promozione e sviluppo