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Mar, 2016

Metti una sera al cinema con L’Arcobaleno: “Relazioni che aprono all’amore” a Cinemazero

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“Ma se esistesse la possibilità di diventare quello che ancora non si é?”

“Vai, vivi e diventa”

 

Due frasi tratte da due film molto diversi tra loro, che paiono una la risposta all’altra. Il filo che le unisce è stato la “cifra” di questa seconda edizione di Relazioni che aprono all’amore: due lunedì sera al cinema, a ingresso libero, organizzati dall’Arcobaleno in collaborazione con Cinemazero (Pordenone), per parlare di relazioni, legami e crescita. I due film scelti sono accomunati dall’accento sull’esperienza vissuta da bambini e ragazzi.

Lunedì 29 febbraio è stato proiettato  Il riccio (di Mona Achache) la cui storia è tratta dal libro best seller L’eleganza del riccio, mentre lunedì 7 marzo è stata la volta di Vai e vivrai (di Radu Mihăileanu) in cui vengono raccontate le vicende legate all’Operazione Mosè mirata a riportare in Israele gli ebrei etiopi.

Al termine dei film Lorena Fornasir, psicologa psicoterapeuta supervisore dell’area accoglienza familiare de L’Arcobaleno Onlus, ha commentato con delicatezza ed esperienza  le tematiche emerse, proponendo un breve ma intenso percorso di riflessione.

Nel primo film “Il riccio”, al di là delle apparenze, la banalità di un ruolo può riservare sorprese (una biblioteca in casa così come una riserva di cioccolato in frigo), mentre la dodicenne protagonista, convinta dell’insensatezza e dell’assurdità della vita, nonostante si impegni in prove di suicidio è però mossa da fantasia, curiosità e attenzione (è lei che si pone la prima domanda). Tre solitudini si incrociano e si incontrano: la capacità di ascolto si rivela essere la vera chiave per essere riconosciuti e per essere pronti ad amare.

Nel secondo film una madre etiope cristiana affida suo figlio a una donna ebrea, perchè possa fuggire dal campo profughi fingendosi ebreo. “Vai, vivi e diventa” è la frase che dice la mamma a Schlomo, ed è quello che lui esegue. Nel film questa frase corrisponde ai tre periodi della vita del protagonista che ci vengono mostrati: l’approccio con la nuova realtà caratterizzato dalla diffidenza sia di chi riceve sia di chi arriva, la maturazione e l’ambientazione col nuovo mondo ed infine la presa di coscienza sulla propria identità che chiude il cerchio. E, nel gesto della madre che lo “manda via”, Shlomo rinasce alla vita.

Sono intervenuti nelle serate anche operatori di riferimento dei servizi sociali e dei servizi sociosanitari, in particolare le Equipe minori dell’Ambito e dell’Ambito Urbano, che lavorano in rete con l’Arcobaleno nell’affrontare il disagio familiare, e hanno colto l’occasione per informare le persone sui diversi tipi di affido familiare, spiegando cosa significa dare supporto a bambini e famiglie in difficoltà.

Lorena Fornasir - rassegna cinema Arcobaleno

Lorena Fornasir, responsabile dell’area accoglienza familiare dell’Arcobaleno, durante il commento al film

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