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Mar, 2021

L’Arcobaleno resta famiglia per tutti – di Don Roberto Tondato

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La Pasqua ci raggiunge mentre siamo ancora alle prese con le ferite e le fatiche arrecate dalla pandemia che ci tiene in scacco ormai da più di un anno: ha toccato tanti uomini e donne, mietuto vittime e generato crisi ad ogni livello. È stato un anno difficile per tutti, particolarmente per chi è più fragile e più debole, snervante nel suo ritmo. Sono stati mesi di isolamento, per molti di solitudine. Poi è venuta la ripresa.

E quando ci pareva di aver riacquistato una certa normalità, pur nelle attenzioni da avere e protezioni da tenere, ci siamo ritrovati di fronte una seconda ondata più aggressiva della prima. Di nuovo rinchiusi e, quindi, un timido ricominciare, per trovarci di fronte un terzo momento di prova. È stato ed è tuttora molto faticoso.

Molti rapporti interpersonali si sono complicati, altri sono saltati. Siamo stati messi di fronte al fatto che mentre credevamo di essere molto forti e capaci, in realtà eravamo – e siamo – molto fragili. Anche le nostre relazioni ei nostri rapporti forse risentivano di una certa astenia, per il poco investimento da parte nostra nell’attenzione e nel tempo da dedicarci come persone e per il troppo con cui ci siamo dati alle nostre frenetiche attività. I frutti sono amari. Ci sembra a volte di essere precipitati in un individualismo in cui ci sentiamo al sicuro se teniamo gli altri lontani e li guardiamo dallo schermo. Papa Francesco arriva a parlare di ‘ catastrofe educativa‘, “davanti alla quale non si può rimanere inerti, per il bene delle future generazioni e dell’intera società” .

Spesso per immaginare una ripartenza del dopo Covid-19 si evoca la ricostruzione del secondo dopoguerra. Anche oggi viviamo una chiamata alla ricostruzione… a partire dai rapporti e dalle relazioni. Il Papa parlando al corpo diplomatico così diceva all’inizio di febbraio: “Oggi c’è bisogno di una rinnovata stagione di impegno educativo, che coinvolga tutte le componenti della società, poiché l’educazione è il naturale antidoto alla cultura individualistica, che a volte degenera in vero e proprio culto dell’io e nel primato dell’indifferenza. Il nostro futuro non può essere la divisione, l’impoverimento delle facoltà di pensiero e d’immaginazione, di ascolto, di dialogo e di mutua comprensione”.

Grazie L’Arcobaleno, che resti un luogo in cui riusciamo a prenderci cura gli uni degli altri. “Piccolo ospedale da campo” nel quale rimarginare alcune ferite che la vita e i suoi attori hanno lasciato su piccoli e grandi. Un posto nel quale sperimentiamo che ciascuno di noi ha bisogno dell’altro e non può bastare a se stesso.
Grazie perché resti famiglia per tutti, nella semplicità e nel calore dei rapporti, nella collaborazione e nella condivisione. Un terreno nel quale piantare i semi di quella educazione nella quale impariamo che la persona va messa al primo posto.

Essere coinvolti in questa avventura educativa genera passione, dà gioia al cuore e senso di pienezza, di cui abbiamo bisogno non meno che della salute.

Un abbraccio ai ragazzi e alle Suore, agli educatori e volontari, al personale e agli associati, a chi ci guarda con simpatia ea chi arriverà .

Don Roberto Tondato

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