19
Nov, 2021
IL DIRITTO DI ESSERE AMATI – la riflessione di Suor Cecilia
Prendersi cura di un bambino significa saperlo accogliere con tutti i propri sentimenti e con consapevolezza. Apriamo le nostre braccia offrendo noi stessi, consapevoli di doverlo un giorno lasciar andare. Lo abbracciamo, accompagnandolo per un tratto di strada ad affrontare la vita e spalanchiamo di nuovo le braccia quando arriva il momento in cui è giusto che prosegua il suo cammino per tornare nella sua famiglia o per essere accolto in un nuovo focolare.
Questo è accogliere. Ciò significa essere disposti a gettare il proprio cuore oltre l’ostacolo, oltre le proprie aspettative, conoscendo e rispettando la storia di ogni bambino, più o meno dolorosa. Pensare e provare a rapportarsi con il suo vissuto è fondamentale per costruire un legame. Ciò richiede pensiero, tempo e disponibilità a leggerlo e a leggersi in profondità. Non sempre è facile.
I bambini arrivano impauriti. Il loro vissuto li ha impressi di paura, che è fondamentalmente paura della vita. Ecco, possiamo stare loro accanto aiutandoli ad accogliere la vita nella sua parte più bella. Possiamo aiutarli a scoprire, diventandone certi, che c’è sempre una possibilità. C’è sempre qualcuno che ci può aiutare, soprattutto che ci può amare accompagnandoci a scoprendo meravigliosamente la bellezza e l’unicità di ognuno. Pare retorica ma non lo è. Spesso questi bambini sono feriti psicologicamente negli affetti più profondi, sono traumatizzati ed è difficile farli ricredere. Possiamo aiutarli ad affrontare la paura, guardandola insieme a loro, accanto a loro, provando a riconoscerla, a raccontarla. Apriamo di nuovo le nostre braccia e il nostro cuore per contenerla. Conteniamo per alleggerire il loro fardello e nutrire l’anima assecondando la loro voglia di riscatto, la loro voglia di vita.
Chi accoglie dona. Dona possibilità, opportunità per “spiccare il volo” e proseguire autonomamente e responsabilmente incontro alla vita, verso il bene possibile. Questo “distacco” provoca comunque una sofferenza. Viverlo e aiutare un bambino a comprenderlo perché rappresenta ciò che è giusto in quel momento, non ci esime dal soffrire. È come rigenerare una vita, si chiude una parentesi, se ne apre un’altra in un percorso che deve essere di speranza. Una via che porta frutto, che è certezza nel futuro della vita, che può sempre essere vissuta in modo migliore. Sempre, anche quando le cose non sono perfette ma aiutano a crescere, a riconoscere il bello e ad affrontare le difficoltà. La vita può sempre essere vissuta meglio. Serbo nel cuore la frase di Mrs. Errol nel film “Il piccolo Lord”, questa mamma generosa e tenace che riesce a tessere un legame tra il figlio e il burbero nonno: “La vita può essere sempre migliorata ed è degna di essere vissuta”.
Suor Cecilia.