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Dec, 2024

Germogli di speranza di Don Roberto Tondato

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Natale quest’anno porta con sé un dono speciale, un dono che non arriva tutti gli anni.
La sera del 24 dicembre Papa Francesco, infatti, aprirà la porta santa nella Basilica di San Pietro in Vaticano e darà così inizio all’Anno Santo, al giubileo.
Questo nome, giubileo, trae origine dall’ebraico jobel, il corno d’ariete utilizzato come tromba, il cui suo suono dava all’anno giubilare, che nella tradizione di Israele prevedeva un tempo di riposo della terra, la restituzione dei campi confiscati e la liberazione degli schiavi.
Il motto scelto da Francesco per il nostro giubileo è Pellegrini di speranza. Un invito rivolto a ciascuno a mettersi in cammino, non semplicemente per cambiare posto, quanto piuttosto per cambiarci dentro, ripercorrendo in un itinerario interiore le ragioni del nostro credere e scoprendo germogli di speranza attorno a noi.
Così scrive il Papa nella bolla di indizione: “Il prossimo Giubileo, dunque, sarà un Anno Santo caratterizzato dalla speranza che non tramonta, quella in Dio. Ci aiuti pure a ritrovare la fiducia necessaria, nella Chiesa come nella società, nelle relazioni interpersonali, nei rapporti internazionali, nella promozione della dignità di ogni persona e nel rispetto del creato”.
L’esperienza che facciamo giorno per giorno a L’Arcobaleno ci insegna quanto sia importante il mondo delle relazioni interpersonali e di quanta pazienza, fiducia e speranza abbiano bisogno questi “cantieri di umanità”.
Convinti di questo ci diciamo: “Non rassegnarti alla fatica, all’insuccesso, al dover ricominciare da capo o ad una giornata andata storta, ma impara dall’agricoltore, che mentre dissoda il terreno reso compatto dal gelo dell’inverno, intravvede nel suo cuore con sicura speranza il frutto che nella bella stagione sorgerà proprio da quella terra dura”.
L’augurio, dunque che ci facciamo in questo Natale è che nel quotidiano pellegrinaggio in Arcobaleno sia dato anche a ciascuno di noi di cogliere e far maturare, prima di tutto dentro il nostro cuore, i germogli si speranza che spuntano nella relazione educativa, ad un tempo bella ed ardua.
Grazie a tutti coloro che vivono l’Arcobaleno: alle Suore, Figlie di San Giuseppe, e alle educatrici, ai collaboratori e al personale, ai volontari e agli amici che sostengono le nostre attività.
Auguri a tutti, ma in particolare ai bambini e ragazzi, perché – come cantava Gianni Morandi – “c’è un grande prato verde dove nascono speranze che si chiamano ragazzi, quello è il grande prato dell’amore”.

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